lunedì 25 dicembre 2017

Natale

Natale.
La mia festa preferita. E la festa preferita di Cristian.
Il giorno dell’anno che aspettiamo con più emozione, perché si aprono i regali, perché si sta in famiglia. Tutti insieme, a mangiare, chiacchierare, fare giochi di società.
Quest’anno c’era anche lui. Il mio sogno, il mio desiderio di anni, la mia speranza, la mia ricchezza.
Come ha detto mia sorella “il pezzo del puzzle che mancava”.
Oggi è stata la nostra giornata. 
Dopo la minaccia di marito a Pisellino di ieri sera "se non ti svegli entro le 8 apro i regali da solo!!!", ecco che Pisellino alle 8 precise ha chiamato. Ed è venuto nel lettone con noi. 
Eravamo tutti e 4 insieme. Il giorno di Natale. La nostra giornata non poteva cominciare meglio di così.
Poi tutti ad aprire gli innumerevoli regali. Quasi non si riusciva più a stare in casa. 
Ma è stato bellissimo.


Tutta la giornata è stata bellissima, e ovviamente lui è stato il protagonista indiscusso. La creatura che aspettavamo da anni, tutti. 
e come ha detto una cara amica e mamma di cuore "Il Natale è sempre stato un giorno di felicità, ma ha sempre avuto un velo di tristezza, fino a quest'anno". Anche lei è diventata mamma di cuore, un mese prima dell'arrivo di Pisellino. 
Ora lui è nel suo lettino, e parla parla parla. 
Dopo l'incontro con assistente sociale e psicologa di una settimana fa, noi abbiamo cambiato atteggiamento con lui, e lui lo ha cambiato con noi.
Ci prendiamo le testate, ma non ne facciamo drammi. Non facciamo vedere che rimaniamo sconvolti, o particolarmente dispiaciuti. E per questo motivo lui sta perdendo interesse a darle. 
Sono ormai diversi giorni che è particolarmente felice, parla continuamente, ride continuamente. E non vuole più il ciuccio. Ma vuole tante coccole, vuole abbracci infiniti, soprattutto prima di andare a letto. 
Vuole avere la certezza che quando si sveglierà, noi saremo ancora lì. 
E noi saremo ancora lì, sempre. Ogni giorno e per tantissimi Natali a venire. 
Il nostro regalo di Natale sei stato tu, qualche mese fa. 
Ora ti festeggiamo, ogni giorno, perché sei il dono più atteso e desiderato del mondo. 
Ti amiamo. Buon Natale angelo nostro. 
Mamma, babbo, Gioia

venerdì 8 dicembre 2017

L'albero di Natale

Per anni, da fidanzata e poi moglie, ho sognato questo giorno. Il giorno in cui tutta la famiglia al completo, bimbo compreso e cane compreso, si mettevano a fare l'albero di Natale insieme, con le canzoni di Natale in sottofondo. 
Quest'anno è stato così, per la prima volta. C'eravamo proprio tutti. 
L'8 dicembre da quando io e Cristian stiamo insieme è sempre stato il giorno in cui insieme diamo inizio al periodo più bello dell'anno.
L'emozione al risveglio dell'8 dicembre e della magia del Natale, le decorazioni pronte, le palline e l'albero pronti per essere preparati. 
Quest'anno c'eravamo noi 2, la Gioia, e ovviamente Pisellino. 
Che guardava e toglieva ogni decorazione; che giocava con le palline dell'albero. 
Che ascoltava le canzoni di Natale del suo carillon . 



E allora nonostante tutto, nonostante le testate, la signora rabbia che incombe inesorabile, i pianti, gli urli, i fiumi di lacrime che ci hanno accompagnato in questi mesi, e che ci accompagnano anche in questo giorno, noi ci amiamo. Lo amiamo, profondamente. 
E se al tempo stesso mi sento la mamma più inadatta e incapace del mondo, allo stesso tempo ho la grande consapevolezza che lo amo da morire. 
E se il mio cuore si strugge dal dolore quando lo vedo piangere, dimenarsi, soffrire, e arrabbiarsi, il mio cuore allo stesso tempo batte per lui. 
Quest'anno è il tuo primo Natale in famiglia. 

Il Natale è per me e il tuo babbo un periodo e un giorno magico, perché la famiglia sta insieme, e si è più uniti che in qualsiasi altro giorno dell'anno.
Quest'anno entri a far parte anche tu di questa famiglia.

una famiglia che ti amava ancor prima che tu nascessi, una famiglia che farà di tutto per farti guarire dal dolore e della rabbia. Una famiglia che ti ha aspettato per anni e che non vede l'ora di condividere i cappelletti in brodo con te. 

Buon magico periodo di Natale amore mio!!!



e qui ci siamo tutti...
- Rabbia --> pisellino
- Gioia --> Gioia
- Tristezza --> mamma
- Disgusto --> babbo
- Paura --> nonna
:-)

martedì 14 novembre 2017

Un dolore così grande

Credo che oggi pomeriggio sia stato il momento più duro e psicologicamente struggente di questi 5 mesi. 
Un pianto vero, profondo, inconsolabile. 
Un pianto di quelli che a te mamma e a te babbo ti fanno il cuore in mille pezzi.
Perché ti senti impotente, perché non puoi far fronte al dolore che sta provando quel corpicino. 
Lo vedi che ti guarda con quei due occhioni come a dirti “ma non lo vedi che sto male???” 
E te stai lì, come un’ebete, a stringerlo, a coccolarlo, ad accarezzarlo. 
Ma lui è sempre più triste e arrabbiato, e mi da’ testate, e poi mi picchia, e io comincio a piangere con lui perché non so affrontare un dolore così forte.
Non trovo giusto che una creatura così piccola provi un dolore tanto grande, soprattutto se non ha fatto niente per trovarsi in questa situazione. 
Io oggi sono più vecchia; distrutta, rugosa, acciaccata. 
Ho un dolore dentro che mi divora. 
Voglio che sia felice, sereno. Solo questo. 
Non lo voglio ricco, bello, o un fenomeno del calcio.
Solo felice, perché la vita è stata già abbastanza ingiusta con lui fino ad ora, e non credo nessuno meriti un dolore così forte a questa età. 
Ti amo piccolo mio, 
Sii felice. 

sabato 28 ottobre 2017

Psicoanalisi

A me parlare con l’assistente sociale e la psicologa piace.



Mi piace perché mi posso in qualche modo sfogare.
Perché posso raccontare un sacco di cose e avere un parere professionale da loro che di storie di adozione ne hanno viste a bizzeffe. 
Forse mi piace anche perché non mi sento più giudicata come prima. 
Quando eravamo nella fase dell’istruttoria il loro parere contava parecchio, perché dovevano scrivere la relazione e spettava a loro, per primi, decidere se eravamo “idonei” a diventare genitori o meno. 
Adesso non sento questo peso, e mi godo la chiacchierata con loro.
Mi piace sentirmi chiedere “come mi sento”, come si comporta Pisellino e come mi sento quando si comporta così. 
Mi piace sentirmi raccontare la loro lettura psicologica e psicoanalizzata del suoi comportamenti, e capire quello che noi poveri genitori non riusciamo a cogliere.
Mi piace sentirmi dire che se le testate le da’a me e non ad un altri o contro il tavolo come faceva tempo fa, è perché la mamma “fa meno male” e la mamma “ accoglie”. 
Mi piace che abbiano apprezzato come stiamo affrontando questo problema, e il modo che abbiamo trovato per limitare i danni, prevenire le testate e prevedere il suo stato d’animo.
Hanno voluto vedere le foto e sono rimaste entusiaste. 
Gli abbiamo regalato la favola che abbiamo scritto.
Gli abbiamo dato la lettera che abbiamo scritto e che Pisellino leggerá quando sarà in grado di leggere. È la sua storia, per quel che ne sappiamo. E l’inizio della nostra vita insieme. 
Esci da quell’ufficio un po’ più leggero, un po’ più rilassato, un po’ più “genitore”.
Ed è una bella sensazione.
E io sono felice. 

venerdì 29 settembre 2017

4 chiacchiere con l'assistente sociale

Mercoledì mattina incontro con l'assistente sociale, quella che ci ha seguito in parte durante l'istruttoria. 
Quella che ci aveva cominciato a seguire nel post adozione è andata in aspettativa, e così ci ha preso in carico lei. 
Avevo un sacco bisogno di far quattro chiacchiere, per confrontarmi con chi ne sa di più, con chi ne ha viste di ogni, e con chi forse sapeva dare una risposta alle mie domande. 
Pisellino è stato bravissimo; ha giocato tutto il tempo nel suo ufficio con mille milioni di cose diverse. 
Lei è stata molto contenta, perché l'ha trovato sereno, tranquillo e molto legato a noi. 
Io le ho raccontato subito quello che mi duole al cuore: le testate. 
Pisellino dà le testate, prevalentemente a me. 
Quando è arrabbiato, quando gli dico di "no" per qualcosa, mi dà una bella testata. E se sono lontana, si avvicina, e mi dà una testata contro le gambe. 
Se cerchi su Google "mio figlio dà le testate" trovi 6000 mamme che raccontano questa cosa. Ma siccome il mio bambino ha un vissuto, che purtroppo io in parte non conosco, avevo e ho paura che questa rabbia manifestata con le testate sia espressione di qualcosa vissuto e provato in passato, che adesso viene fuori e gli fa male. 




Lei ci ha dato ragione, anche e soprattutto per il fatto che le testate sono principalmente rivolte a me, pochissimo al suo babbo, per niente ai nonni, zii e cugini. La mamma è il pungiball di casa. 
Da sola ho capito che: 
- gli urli non funzionano
- la sculacciata simbolica sul pannolino non funziona
- ignorarlo non funziona
- sgridarlo non funziona
- farmi vedere triste o addolorata non funziona

Stiamo testando il dialogo. Io parlo, non mi arrabbio, non alzo la voce. Gli dico "no Pisellino, perché mi fai, e ti fai male. Non sbattere la testa contro la mamma". L'assistente sociale ha aggiunto una cosa interessante: far spostare la rabbia su un oggetto. Per esempio "prendiamo la pallina della rabbia e lanciamola. Pisellino, quando sei arrabbiato, corriamo a prendere la pallina della rabbia, e la tiriamo". Funzionerà??? Proviamo.
Ci ha fatto vedere il lato positivo della sua dimostrazione di rabbia, ovvero che la rabbia la tira fuori. 
Non è un bambino introspettivo, non tiene tutto dentro, ma quello che lo addolora lo vomita addosso. Anzi, me lo vomita addosso :-)
Ci ha anche fatto notare come noi tutti quando siamo arrabbiati ce la prendiamo con le persone di cui ci fidiamo, con cui siamo più in confidenza. Non andiamo dal primo estraneo a dirgli che siamo arrabbiati. Questo mostra come lui abbia riconosciuto che ci sono io per lui, che posso aiutarlo, che lo ascolto, e che sono disposta a coccolarlo e consolarlo quando è arrabbiato. 
L'incontro è stato proficuo, utile, e mi ha rasserenato il cuore. 
Mi ci voleva, forse ci voleva a tutti e 3. 
Ci ha detto che abbiamo fatto un ottimo lavoro, e che è molto contenta di come Pisellino dopo nemmeno 4 mesi sia così profondamente legato a noi. 
E noi siamo felici. Anzi, di più. 


martedì 19 settembre 2017

Vacanze!!!

9 giorni di vacanza tutti e 4 insieme. 
Siamo in dirittura d'arrivo, domani si riparte per tornare a casa.
Resoconto? 
Ha mangiato come un bue, ad ogni pasto. Ha mangiato in ristornanti e baite come fosse a casa sua. Ha mangiato in centro città e a 2500 metri come se non ci fosse un domani.
Ha dormito. Ha dormito ogni pomeriggio almeno 2 ore. Almeno 10 ore per notte (siamo arrivati a 12 ore!!!) ha dormito sullo zaino da trekking, sul passeggino.
Ha pianto un sacco :-) 
Forse il cambio di ambiente, il cambio di "casa", il fatto di non avere tutti i suoi giochi. Di non avere il suo giardino. Di non avere il via vai di nonni, zii e cugini. 
Abbiamo spesso avuto bisogno del ciuccio, nonostante fossero almeno 2 mesi che lo usava solo un paio d'ore di notte. 
Ma è andata bene, e l'esperienza è da riprovare assolutamente. Anche se arrivati a sera eravamo stravolti... un po' per i km macinati, un po' perché la Gioia tira come una matta al guinzaglio, e un po' per star dietro a Pisellino 24 ore al giorno. 
Posti spettacolari, aria buona, e la mia piccola famiglia al completo. 




La nostra prima vacanza, prima fra mille spero. Anche perché io Pisellino ti voglio far vedere il mondo, ti voglio far mangiare riso al curry a colazione, cucinare carne di canguro nel deserto, guardare il sole a mezzanotte e farti fare una passeggiata nel bosco sulla slitta trainata dalle renne. 
Buon giro del mondo piccolo mio!!! 

venerdì 1 settembre 2017

Pisellino e il pianto inconsolabile

Cavolo se è dura a volte...
e come ci si sente piccoli, inutili e sbagliati quelle volte... 
Nelle giornate di crisi di Pisellino ... apriti cielo. 
si piange appena si aprono gli occhi, poi facendo colazione si smette, ma poi si ricomincia.
e poi si piange, piange, piange. E si danno testate.
Si ride un minuto e poi si ricomincia a piangere. E si danno testate.  
Si fa la pennica, ma quando ci si sveglia si piange di nuovo.
E tu ti senti così talmente impotente da non riuscire nemmeno a raccontarlo. 
Credo che la sensazione della neo mamma adottiva sia un po' quella della neo mamma biologica che deve combattere con pianti infiniti da notti insonni, coliche e rigurgiti. 
Io non ho tutto questo, ma ho un Pisellino che piange e che io non so come aiutare.
Ho la tendenza ad attribuire le sue crisi al fatto che sia adottato. Poi in realtà mi ritrovo a cercare su Internet "mio figlio dà le testate", e mi accorgo che altre mille mamme (biologiche, fra l'altro), hanno figli che danno le testate.
Cerco "pianto inconsolabile" e mi ritrovo altre tremila mamme che raccontano come il loro figlio pianga ininterrottamente. E allora mi rassereno, e mi dico che il mio bambino ha problemi come tutti gli altri. Si comporta come tutti gli altri. Piange e dà testate come tanti altri bambini della sua età.
Il mio bambino ha già un suo vissuto, delle sue emozioni, dei ricordi. Non è "nuovo" a tutto. 
Cioè. E'nuovo all'idea di famiglia. E' nuovo all'idea di mamma e babbo.
E questo mi mette in crisi. 
Piange perché é infelice con me?
Piange perché non so dargli quello che desidera?
Piange perché???
E allora mi viene da piangere, e piango davanti a lui perché non riesco a trattenermi. 
Lui mi sorride, mi abbraccia forte, e comincia a baciarmi da farmi togliere il fiato. 
E tutto passa. Come a dirmi "guarda mamma, piango perché non mi ricordo perché piango ma voglio piangere. Tu non piangere".
E allora smette di piangere. E la giornata cambia colore.  

Ho letto un libro, credo che sia stato la causa del mio male al cuore. Mi ha mandato un po' in paranoia. 
25 anni, adottata, si uccide. Perché prova un malessere che non ha saputo esprimere, e porta con sé un "buco" che non è riuscita a riempire. 
La storia è ben scritta, ma triste. E' quello che nessun genitore adottivo vorrebbe succedesse. 
Ma nonostante il senso di infelicità creato da questo libro, porto a casa un insegnamento: affrontare da subito il tema dell'adozione. Far capire a pisellino quanto è stato amato e desiderato. 
Provare a ricostruire e riempire con lui quel "buco" prima che arrivasse da noi. E cercare di guarire dal dolore di quel buco. 
Mi porto a casa qualche spunto. Il più bello è sicuramente la differenza tra abbandonare e lasciare.

  "L'abbandono implica sempre qualcosa di negativo; il lasciare no, al contrario. 
Si lascia ciò che non si è in grado di tenere; si lascia ciò che è talmente prezioso da meritare qualcosa di meglio". 

E poi: 

"La frustrazione e la mancanza si imparano subito. Nessuna madre è perfetta. Nessuna madre è capace. Nessuna madre va bene. 
L'importante è accogliere. E' questo l'amore. Che non ripara niente, ma accetta. Non basta mai, ma soccorre. " 
L'amore che mi resta, Michela Marzano 



martedì 22 agosto 2017

Honolulu... arrivo!!!

Ne "la spada nella roccia" Mago Merlino, stanco di essere preso in giro, decide di partire per Honolulu. 
Per anni da bambina mi sono chiesta sa questa "Honolulu" esistesse veramente, fino a che da grandina, ho scoperto che c'è :-)


Quando le giornate si fanno pesanti e Pisellino fa capricci o non fa altro che piangere, e la Gioia decide che anche la sua giornata è "no", mi sembra di crepare. 
Arrivo a sera stravolta, ma con la consapevolezza che il giorno dopo sarà migliore e che al risveglio mi sarò già dimenticata della giornata prima.
Ora, a mettermi in difficoltà ci si mettono i nonni.
Io so che i nonni nascono per viziare i nipoti, per fargli fare ciò che vogliono.
E sono tremendamente felice che mio figlio ne abbia 4 di nonni, visto che io ne ho "vissuta" solo una e che era anche malata.
Ma non possono e non devono criticare il lavoro e gli sforzi che io e marito facciamo ogni giorno. 
So che nostro figlio è piccolo, ma delle regole dobbiamo dargliele, perché così deve essere.
Deve capire cosa può o non può fare.
Deve capire quando sbaglia.
E questo non perché vogliamo un soldatino, ma perché è così tremendamente intelligente che so per certo che quello che gli diciamo lui lo capisce.
Non voglio il figlio perfetto, io per prima non lo sono stata.
Ma tra qualche anno arriveranno i problemi quelli grossi, le crisi quelle vere, e credo che se a quelle di sommeranno i comportamenti anarchici di un bambino che non si è mai sentito dire di no, bè... apriti cielo. 
Mio figlio è speciale, davvero.
Ha aspettato così tanto una famiglia che adesso, ogni giorno, non perde occasione per farti capire quanto aveva voglia di famiglia. Ti stringe forte da togliere il fiato. Ti bacia in maniera così vera e appassionata, che un bacio così non si è mai visto nemmeno in Titanic. 
Ma deve essere ripreso, sgridato e capire cosa è giusto e cosa no. 
Perché il suo cammino sarà lungo e difficile, e noi vorremmo che lui fosse in grado di affrontare la vita con coraggio, forza e perseveranza. 
Buona vita pisellino, ti auguro che tutti i tuoi desideri diventino realtà!! 
La mamma, il babbo e la Gioia ti amano da matti!! 
E nel frattempo... 
mangi come un re 👑...


lunedì 7 agosto 2017

Teniamo botta!!!

La mamma è di nuovo in ospedale... questa volta la situazione si era complicata. Siamo ancora un po' in alto mare, ma speriamo che la cosa si sistemi completamente, anche se magari ci vorrà del tempo.
Nel frattempo, oltre alla Gioia che è tornata cucciola (!!!!) e fa la scema (non che fosse mai neurologicamente maturata), anche Pisellino da' il suo bel da fare. 


Vuoi i ritmi, le preoccupazioni che probabilmente lui riesce a percepire per quanto noi cerchiamo di comportarci normalmente, vuoi che magari stia venendo fuori quella " crisi" di cui parlava la psicologa... 
La psicologa appena Pisellino è arrivato a casa, ha chiesto come si era comportato durante i primi giorni con noi. Noi abbiamo detto che si era ambientato al punto da sembrare che avesse sempre vissuto qui. In più era tranquillo, e piangeva pochissimo. Lei ci aveva detto :"Bene, ma potrebbe arrivare la crisi, prima o poi. O magari no".
Ora, io non so se è la crisi, o il caldo, o la tensione per la mamma, ma lui piange tantissimo. E l'unica consolazione è tenerlo in braccio.
Alcune amiche mi hanno aggiunto ad un gruppo WhatsApp di "new mamme". Pensiero carino, peccato che io non nè la montata lattea e nemmeno problemi di cordone ombelicale. Ma leggo come si comportano i loro figli (neonati). Ecco,  il mio si comporta nello stesso modo. Pensavo quasi di comprarmi quelle fasce per tenere i neonati sempre attaccati... anche se lui è qualche kg in più!!!! :-))))
Io e marito crediamo abbia bisogno più che mai del contatto con noi. Che abbia voglia di sperimentare tutti quei comportamenti che non ha potuto avere; che abbia voglia di essere coccolato, abbracciato e sbaciucchiato come nella sua vita non ha mai potuto fare.  
Tutti meritano una mamma. Tutti meritano di essere tenuti in braccio, essere stretti e amati. E se lui non ha potuto avere tutto questo quando era piccolo, bè, lo avrà adesso. E con gli interessi. Speriamo solo che si abbassino le temperature così magari viene anche più facile tenerselo addosso :-) 





venerdì 28 luglio 2017

Il mestiere più difficile del mondo

Tutti dai tempi dei tempi dicono che fare il genitore è il mestiere più difficile del mondo.
Ma finché non ci sbatti la testa non capisci cosa voglia dire. 
Io so solo che arrivo a sera che sono stravolta, e mai il lavoro mi ha ridotto così, nemmeno ai tempi dei turni del lunedì pomeriggio in pronto soccorso :-)  
Ma ora la stanchezza è piacevole. 
Giochiamo tutto il giorno, lo guardo camminare. Gioca buttandosi addosso alla Gioia. 
Poi c'è la sua casina, e il suo triciclo con cui accompagnamo la Gioia a far la pipì :-)
Sono tante anche le difficoltà. Fino alla scorsa settimana quando aveva crisi di pianto importanti, tratteneva il fiato. La prima volta credo di essere quasi morta.
Ora non lo fa più, ma è periodo di capricci se non gli si lascia fare quello che vuole.
E allora cosa è giusto fare? Se ascolti i nonni credo che diventerebbe il bambino più viziato dell'universo. 
L'istinto è quello che non avendo avuto vita facile fino ad ora, vada sgridato "ma non troppo".
Noi invece lo sgridiamo, perché è un bambino come tutti gli altri. E io vorrei che crescesse coraggioso e forte, e con principi sani, nel limite del possibile. 
Lui intanto riflette il nostro stato d'animo. Se siamo tristi o nervosi o preoccupati, anche lui è nervoso.
Se siamo tranquilli, lui è uno spettacolo e ride e chiacchiera continuamente.
La scorsa settimana ha avvertito la tensione in casa per mia mamma che stava male, e per 3 giorni è stata dura veramente.
Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma a volte vorrei avere qualcuno che ci dicesse "state facendo bene" oppure "datevi una regolata che siete completamente fuori strada".
Sta progressivamente abbandonando il ciuccio. Per giorni e giorni è stato il suo inseparabile compagno di giochi, dormite, pianti e risate. Il ciuccio, il consolatore perfetto. E il miglior amico che tutti desiderano.
Lunedì sono venute assistente sociale e psicologa a casa per vedere come stava il pupo. 
Inutile dire che ha sfoggiato il suo repertorio: saluti, lingua, "batti il cinque", camminata/corsa. Le ha accompagnate in camera per fargli vedere il suo lettino e la sua collezione di scarpe. Si è anche messo a giocare a nascondino con loro dietro il lettino!!! 
Sono state contente. Spero si siano rese conto che questa è la sua casa, è che tutti e quattro stiamo davvero bene insieme :-) 

Ah! La stanchezza colpisce anche la Gioia... :-) 


sabato 15 luglio 2017

*Mamma*

Oggi è stato il mio compleanno. 
Mi sono arrivati tanti messaggi con scritto che questo era un compleanno speciale. 
E lo è, davvero.
Ma la mia mamma è in ospedale ricoverata, e dovrà essere operata alla testa.
Avevamo programmato una pizzata con la famiglia al completo, ma è saltata. 
Ogni anno, aspetto il mio compleanno per stare con tutta la famiglia. Genitori, suoceri, zii, nipoti, ovviamente marito. E quest'anno ovviamente il pupetto. 
Ma quest'anno niente.
Sono stata un po' triste oggi, non perché non potessi festeggiare, chissenefrega.
Ma perché sapevo che mancava un pezzo di famiglia.
Sapere che il mio babbo dorme da solo mi fa piangere il cuore.
Sapere che mia mamma è in ospedale, mi fa piangere il cuore e gli occhi. 
E mi accorgo che ho paura. Perché questa vita è davvero beffarda delle volte,  e il colpo di scena è sempre dietro l'angolo. Nel bene o nel male. 
Ma andrà tutto bene, perché mia mamma è una tosta e non ha voglia di stare lì dentro ancora a lungo. 
E poi mi ha promesso che appena esce andiamo a fare una pizzata per il mio compleanno tutti insieme.
E non importa se sarà il 25 luglio o il 15 agosto. L'importante è che la famiglia sia al completo.
Mamma in bocca al lupo. 
Daje tutta!!! 







martedì 4 luglio 2017

Un mese di noi

Oggi è esattevolmente un mese che è nata la nostra famiglia allargata.
È stato un mese estremamente intenso.
La prima settimana ho temuto di non farcela, di non essere pronta, di crollare da un momento all'altro.
Invece ho capito, anzi abbiamo capito, che il principino voleva metterci alla prova, cercando di capire se eravamo noi quelli che stava cercando :-)
Un mese importante, pieno di regali, di giochi, di coccole.
Un mese in cui ha stretto i primi legami forti con le persone che lo accompagneranno per tutta la vita: nonni, zii e cugini. 
Ha imparato a camminare.
Sta imparando ad amarci. Ci abbraccia fortissimo, ci bacia.
Prende la nostra mano e se la stringe al cuore.
Facciamo i giochi nel letto tutti e 4 insieme.
Andiamo in giro in bici cantando la canzone dei coccodrilli o di whisky il regnetto.
Si va a fare shopping.
Si sta seduti nel carrello della spesa.
Si siede per terra di fronte alla Gioia parlando nel linguaggio dei Minion, con lei che lo guarda curiosa.
Dorme a bocca aperta come la sua mamma...
È un piangolone come il suo babbo :-)
È vivace come la Gioia. 
Direi che è proprio nostro figlio. 
Buon primo mesiversario famiglia. 
Che siano mille milioni di mesiversari come questi!! 



 

martedì 13 giugno 2017

I figli vengono dal cuore

È proprio vero. I figli vengono dal cuore. 
Non so esprimere a parole quello che la nostra creatura ci fa sentire, ma anche il solo essere abbracciata, il vedere il suo sorriso alla Pippo con un dente a Catania e uno ad Aosta, vedere che mi si butta addosso per essere preso in braccio... 
e poi vedere come è riuscito a conquistare i nonni, gli zii e i cugini. 
Ti accorgi davvero che non serve portare in grembo 9 mesi un esserino per amarlo, ma basta che sia tuo figlio. 
Ci si sceglie. Noi abbiamo scelto lui come lui ha scelto noi. 
Siamo una famiglia. ❤️
E alla fine dei conti, questa cosa non dispiace poi nemmeno alla Gioia... :-)




sabato 10 giugno 2017

A casina nostra

Finalmente a casa. 
Finalmente a casa noi 4.
La casa è piena adesso, e io sono straordinariamente felice. 
La Gioia finalmente ha qualcuno che le allunga il cibo dal tavolo e un seggiolone da leccare :-)
Oggi è stato bravissimo.
Ha conosciuto i nonni (che sono già impazziti), gli zii e i cugini che sono venuti a fare merenda con il gelato e gli hanno regalato un favoloso costumino (anzi 2), e poi abbiamo conosciuto la spiaggia e l'acqua del mare. 
Poi stasera passeggiata con la Gioia, ma al ritorno è calata la palpebra... giornata intensa per noi, stra piena per lui. 
Ma è stato bravissimo, nemmeno una lacrima. 
È proprio nostro figlio. Mi sembra di aver fatto la mamma da sempre. 
Sono felice, il mio cuore stramazza di risate e io sono la più fortunata del mondo intero!!! 

 

venerdì 9 giugno 2017

Buona vita

Lo guardo e ho l'impressione che sia sempre stato con me.
Il modo in cui ride, il suo modo di cercarci...
Quando allunga le braccia perché vuole venire in braccio... e poi ti stringe e ti appoggia la testa sulla spalla... 
E poi stare seduti a tavola e mangiare tutti e tre insieme...
E poi fare i giochi nel letto... e fargli le pernacchiette sul pancino... 
be', credo che la vita questa volta mi abbia fatto proprio un bel regalo. Il regalo che aspettavo da una vita.
Ora desidero solo che cresca forte e sano, e che la mia famiglia sia sempre unita. 
Che io, Cristian, la Gioia e il piccoletto possiamo scrivere insieme una bellissima storia d'amore... 
buona vita piccolo principe!!!



lunedì 5 giugno 2017

Il piccolo principe e la volpe

In quel momento apparve la volpe.
«Buon giorno», disse la volpe.
«Buon giorno», rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
«Sono qui», disse la voce, «sotto al melo...»
«Chi sei?», domandò il piccolo principe, «sei molto carino...» «Sono la volpe», disse la volpe.
«Vieni a giocare con me», le propose il piccolo principe, «sono così triste...»
«Non posso giocare con te», disse la volpe, «non sono addomesticata.»
«Ah! scusa», fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
«Che cosa vuol dire “addomesticare”?».
«Non sei di queste parti, tu», disse la volpe, «che cosa cerchi?» «Cerco gli uomini», disse il piccolo principe. «Che cosa vuol dire “addomesticare”?»
«Gli uomini», disse la volpe, «hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?»
«No», disse il piccolo principe. «Cerco degli amici. Che cosa vuol dire “addomesticare”?»
«È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami”...»
«Creare dei legami?»
«Certo», disse la volpe. «Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te uni- ca al mondo.»

Comincio a capire», disse il piccolo principe. «C’è un fiore... credo che mi abbia addomesticato...»
«È possibile», disse la volpe. «Capita di tutto sulla Terra...»
«Oh! non è sulla Terra», disse il piccolo principe.

La volpe sembrò perplessa.
«Su un altro pianeta?»
«Sì.»
«Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?» «No.» 

«Questo mi interessa! E delle galline?»
«No.»
«Non c’è niente di perfetto», sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea:
«La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uo- mini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi laggiù, in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticata. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano...».
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
«Per favore... addomesticami», disse.
«Volentieri», rispose il piccolo principe, «ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose.» «Non si conoscono che le cose che si addomesticano», disse la volpe. «Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!»
«Che bisogna fare?», domandò il piccolo principe.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe. «In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio
 e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino...»
Il piccolo principe ritornò l’indomani.

Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora», disse la volpe. «Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comin- cerò a essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e a inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti

 Che cos’è un rito?», disse il piccolo principe.

«Anche questa è una cosa da tempo dimenticata», disse la volpe. «È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza.»
Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l’ora della partenza fu vicina:
«Ah!», disse la volpe, «... piangerò.»
«La colpa è tua», disse il piccolo principe, «io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi...»
«È vero», disse la volpe.
«Ma piangerai!», disse il piccolo principe.
«È certo», disse la volpe.
«Ma allora che ci guadagni?»
«Ci guadagno», disse la volpe, «il colore del grano.»
Poi aggiunse:
«Va’ a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto».
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
«Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente», disse. «Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico e ora è per me unica al mondo.»
E le rose erano a disagio.
«Voi siete belle, ma siete vuote», disse ancora. «Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.»

ritornò dalla volpe.

«Addio», disse.
«Addio», disse la volpe. «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.» «L’essenziale è invisibile agli occhi», ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
«È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.»
«È il tempo che ho perduto per la mia rosa...», sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.

 «Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa...»

«Io sono responsabile della mia rosa...», ripeté il piccolo principe per ricordarselo.

Il Piccolo Principe, 

Antoine de Saint - Exupéry 


 

 

domenica 4 giugno 2017

Si parte!!!

In partenza per andare da lui. 
Da oggi comincia ufficialmente la nostra vita in 4 (con la Gioia 🐶 ovviamente, pezzo integrante della famiglia).
Per di più, oggi è proprio il nostro anniversario di matrimonio!! Un regalo più bello non potevamo riceverlo :-)
Siamo pronti prontissimi!!!! 


Ehi fratello, ti sto aspettando sul tuo tappeto... :-) 



giovedì 1 giugno 2017

1 giugno 2017



H.7.30 
È arrivato il grande giorno. Cristian si fa la barba, vuole essere bellissimo oggi. 
Io ho pensato e ripensato a come vestirmi. Come se a lui/lei potesse interessare :-)
Non ho idea di cosa succederà oggi, Cristian chiede cosa faremo/diremo, io penso solo che ho la lumaca nello stomaco e le gambe in pappa. 
Paura, tantissima. 

H.18.45
Giornata quasi terminata.
Faccio fatica ad esprimere quello che provo. È stata una giornata intensa, probabilmente una delle più intense della mia vita.
È lui. È nostro figlio.
Meravigliosamente meraviglioso. 
È lui che attendavamo da così tanto tempo. E spero che fossimo noi quelli che lui aspettava. La paura del primo incontro è svanita all'improvviso, e ha lasciato il posto alla voglia di conoscersi. E se prima era titubante e ci guardava con fare sospetto, poi ha cominciato a giocare con noi. E quando mi è venuto in braccio e mi ha abbracciato? Be' ecchevelodicoaffa'. L'abbraccio che attendevo da tutta una vita. 
Poi merenda ( prepariamo bavaglini sparsi per tutti i muri di casa!!!). Poi mi hanno fatto cambiare il pannolino e l'ho messo a nanna. 
Per noi sarà stata una giornata piena di stimoli, ma per lui credo sia stata ancora più intensa.
Ora di corsa a casa a preparare la cameretta. 
A comprare tutto il comprabile, e a cercare un bel libro dove si insegni come si diventa mamma in 10 mosse :-)
Io e Cristian ci siamo abbracciati fortissimo. 
Per quanto tempo l'abbiamo atteso. E per quanto tempo l'abbiamo sognato e sperato. Ora in un battito di ciglia è arrivato, e io credo di essere la persona più fortunata, orgogliosa e ricca che possa esserci al mondo. 
Buona nuova vita a noi famiglia.
Buona nuova vita a te meraviglia delle meraviglie. Che tu possa avere tutto: gioia, spensieratezza, amici, affetti... e giocattoli :-)
E che possiamo essere noi dei bravi genitori per te. 
Ti amiamo da sempre. 
Ti ameremo per sempre.





martedì 30 maggio 2017

Lacrime ad Hyde Park

Ed improvvisamente cambia la tua vita.

Quella gravidanza iniziata 6 anni fa, è giunta al termine.

Ricevi quella telefonata, che attendi da così tanto che quasi non ci speri e credi più. 

Hanno scelto noi. Hanno scelto noi perché credono che possiamo essere i migliori genitori per te.

Giovedì veniamo a conoscerti.

Io e Cristian non capiamo più niente.

Siamo seduti su una panchina di Hyde Park a Londra e cominciamo a chiamare mamma, suocera, sorella, fratello. 

E un fiume di lacrime. Ma gli inglesi si fanno gli affari loro, non ci guardano :-)

Giovedì. Giovedì di questa settimana?

Giovedì dopo domani???

Mi tremano le gambe. 

Mi trema il cuore.

Partono le domande: dobbiamo comprare il passeggino, il lettino, il sedile per la macchina. Il seggiolone. E poi cosa mangia? E i vestitini? E che taglia avrà? 

Oddio. Non ho mai fatto la mamma. 

6 anni per prepararsi e poi alla fine si arriva impreparati.

Che paura. 

E quando lo vediamo cosa proveremo? Come si comporterà? Sarà felice, spaventato, scostante? 

Non so. Quello che so è che ho il cuore in subbuglio. 

Sono tremendamente felice e tremendamente spaventata allo stesso tempo. 

Piccolo, ti abbiamo preso una cosa oggi.

Il tuo primo gioco. 

Ci tenevo a prendertelo, perché oggi per noi è un giorno speciale. Abbiamo saputo  che arriverai a riempire i nostri cuori. E noi ce la metteremo tutta per riempire il tuo. Ti daremo tutto e più di tutto. Insegnaci a diventare dei bravi genitori. 

Insegnaci ad amarci come tu vuoi essere amato. 

Disegnamo insieme la nostra vita insieme e costruiamo la storia della nostra famiglia. Ti aspettiamo, e anche la Gioia ti sta aspettando.

Ti abbiamo preso una giraffina.

La giraffa è un animale speciale: guarda in alto e vede lontano. 

Che la tua vita possa essere ricca di amore, gioia e risate. 

In bocca al lupo a noi.




sabato 27 maggio 2017

Keep calm e in bocca al lupo

Colloquio in tribunale.
Pare ci siano buone notizie, ma non ci sbilanciamo.
Dobbiamo aspettare qualche giorno che si riuniscano e prendano la decisione migliore. 
In bocca al lupo Chiara e Cristian!!!!


mercoledì 24 maggio 2017

Una strana giornata

Mattina intensa al lavoro.
Poi la notizia che marito deve essere di nuovo operato al ginocchio perché una vite anallergica ha fatto allergia (!!!!).
Poi il probabile sciopero degli aerei previsto per domenica proprio ora che riuscivamo, con i turni, ad andare via un paio di giorni.
Poi la mail quasi all'ultimo minuto che ci programma un incontro con l'ente nel paese di moltomoltolontano.
Poi la chiamata di uno dei tribunali in cui siamo stati. "Abbiamo bisogno urgentemente che veniate. Sabato riuscite?"
Sabato. Fra 3 giorni. Ovvio che mi sconvolgi la vita. Ovvio che vengo, cascasse il mondo. Un'urgenza è un'urgenza :-) 
Completamente asettici, affrontiamo anche questo incontro. 

"Chi non spera l'insperabile non lo scoprirà"



giovedì 18 maggio 2017

Perù 🇵🇪

Scelto l'ente, scelto il paese: Perù!!!
Ci prepariamo a rinnovare i passaporti, a fare le analisi del sangue, rifare la relazione psico-sociale e ovviamente la valutazione dallo psicologo :-) 
Sperando di partire il prima possibile :-)
In bocca al lupo a noi!!! 


domenica 14 maggio 2017

Festa della mamma 2017






Tanti auguri a me di buona festa della mamma, perché sono mamma di una bambolina pelosa. 
Dedicato a me, che ho il marito più super del mondo. Insieme ce la faremo. Sempre mano nella mano. Grazie. ❤️

sabato 29 aprile 2017

L'incontro formativo con l'ente

A volte ho come l'impressione di essere pazza.
Talmente "piena" di alti e bassi, e di sbalzi d'umore che faccio fatica a starmi dietro (e a sopportarmi). Immaginate un po' la gente che mi sta accanto.
Oggi incontro con l'ente; uno dei vari incontri di formazione che si fanno nel corso dell'attesa verso il paese straniero.
Siamo andati nel paese di moltomoltolontano per cui, anche oggi, sveglia abbondantemente prima dell'alba. 
Eravamo 6 coppie, una più bella dell'altra. Tutti belli esteticamente, ma anche bellissimi nel modo di parlare, nelle cose che dicevano, belli come coppia, sorridenti, spontanei. 
E ti accorgi che non siamo soli. Ma che siamo tutti sulla stessa barca. Una barca a remi, ovviamente. Nel bel mezzo dell'oceano.
Si è parlato dei "lavori" che ci sono stati dati da fare a casa. Il momento dell'incontro, la prima settimana insieme. Le metafore. Si è parlato di paure, aspettative, certezze. Ed è bello vedere che quello che pensi tu, è quello che pensano anche le altre coppie. E come probabilmente quello che ti passa in testa, le crisi di pianto, la voglia di niente, forse capita anche alle altre future mamme adottive.
Poi incontro individuale con la psicologa, per parlare nello specifico dei paesi a cui abbiamo pensato, sulla base delle nostre caratteristiche, dei nostri vincoli dati dal decreto, e del rischio sanitario che siamo disposti ad affrontare. 
All'uscita un po' di crisi. Perché ti accorgi per l'ennesima volta quanto sarà ancora lungo il cammino (almeno altri 2 anni  e mezzo), e di quanto purtroppo (sarà banale a dirsi) è una macchina per far soldi. A scapito di mio figlio che mi sta aspettando dall'altra parte del mondo.
Ma io devo prima dimostrare di avere la fedina penale pulita, di non essere pazza passando dalla valutazione dello psichiatra, e far vedere il mio conto in banca. Perché i soldi sì che fanno la differenza quando si tratta di crescere un bambino. 
Quanto mi fa soffrire tutto questo mondo, che amarezza. E non chiediamoci poi come mai calano le adozioni, o come mai alla fine del percorso arrivano 2 coppie su 10. 
Italia, rifletti.


venerdì 14 aprile 2017

Esausta

Un po' delusa, un po' triste, un po' arrabbiata. 
Oggi colloquio in un tribunale di molto molto lontano.
Premetto che ormai andiamo senza aspettative agli incontri con i giudici.
O meglio. Senza aspettative, ma comunque pieni di speranza.
Arriviamo carichi, emozionati, sorridenti come non mai. Arriviamo che siamo solo io e Cristian, nella nostra semplicità a volte anche banale. Siamo semplicemente noi. Non arrivo con i tacchi,nè truccata. Perché mi devono vedere per quello che sono nella vita.
Ma devono ascoltarmi e rispettare le mie idee.
Non sono mamma (ancora). Non sono una mamma adottiva (ancora). Ma in questi anni, da quando è iniziato il nostro percorso, noi siamo cresciuti. Abbiamo imparato cosa può voler dire essere stato abbandonato, picchiato, violentato psicologicamente. Sappiamo che il nostro bimbo potrebbe voler dormire per terra o mangiare con le mani "perché ha sempre fatto così". Forse vorrebbe rubare, perché ha sempre fatto così. Forse sarà chiuso, forse sarà un libro aperto. Forse ci accetterà il giorno stesso che entrerà in casa nostra, forse mai per tutta la vita. 
E io tutto questo lo so, anche se non l'ho mai provato in tutta la mia vita.
 Perché durante la nostra istruttoria ci hanno prospettato il peggio del peggio. E io so qual è il peggio del peggio, anche se non l'ho provato sulla mia pelle. 
Ma tu, mi devi ascoltare. Perché in questi anni io ho capito cosa vuol dire adottare un bambino. Conosco a menadito le mie paure presenti e future. So quello che sono disposta ad accettare e quello che non ho la forza di accettare. 
L'adozione non è un atto di volontariato. Per quello c'è la Caritas, la croce rossa o si parte in missione in Africa.
L'adozione è un atto d'amore. Lo si fa perché io voglio amare un bambino e dall'altra parte voglio essere amata. E il mio bambino vuole essere amato. Con tutte le difficoltà che questo può comportare.
Ho ancora tutto da imparare, sicuramente, ma il mio punto di vista va ascoltato. 
Detto questo, non so com'è andato questo colloquio. Io ne sono uscita un po' stanca e provata. È stato sicuramente stimolante, ci ha fatto ragionare tanto, ma non vedo tutto come lo vede lui. 
Non credo che ci richiameranno, anche se è palese che un bimbo che aspetta la sua famiglia c'è. 
Sono esausta.




giovedì 6 aprile 2017

Una telefonata tira l'altra

In attesa che il tribunale di sabato scorso ci faccia sapere qualcosa (nel bene o nel male), un altro tribunale ci ha chiamato ieri per un colloquio. 
Credo di aver capito che alla scadenza del decreto i vari tribunali fanno un giro di ricognizione per capire che intenzioni hanno le coppie che hanno dato la disponibilità. 
Credo anche che se ti chiamano ad un anno di distanza "gatta ci cova", e quindi vale tutta la pena girare l'Italia. 
Prima o poi arriverà, anche per noi. 
Se il prezzo da pagare è fare il giro delle 7 chiese girando l'Italia, o prendere un aereo e andare a 15.000 km di distanza, lo paghiamo volentieri. 
Nel frattempo guardiamo al lato positivo della cosa... ci vediamo un po' d'Italia :-) 




sabato 1 aprile 2017

E per quanta strada ancora c'è da fare, amerai il finale!!!


Abbiamo finalmente trovato la canzone di questa nostra avventura... Cesare Cremonini docet:

"Buon viaggio
Che sia un'andata o un ritorno
Che sia una vita o solo un giorno
Che sia per sempre o un secondo

L'incanto sarà godersi un po' la strada
Amore mio, comunque vada
Fai le valigie e chiudi le luci di casa

Coraggio, lasciare tutto e indietro e andare
Partire per ricominciare
Che non c'è niente di più vero di un miraggio
E per quanta strada ancora c'è da fare amerai il finale

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Chi ha detto che tutto quello che cerchiamo
Non è su un palmo di una mano
E che le stelle puoi guardarle solo da lontano

Ti aspetto dove la mia città scompare
E l'orizzonte è verticale
Ma nelle foto hai gli occhi rossi e vieni male

Coraggio, lasciare tutto e indietro e andare
Partire per ricominciare
Che se ci pensi siamo solo di passaggio
E per quanta strada ancora c'è da fare amerai il finale

Share the love, share the love
Share the love, share the love
Share the love, share the love
Share the love, share the love

Il mondo è solo un mare di parole
E come un pesce puoi nuotare solamente quando le onde sono buone
E per quanto sia difficile spiegare
Non è importante dove, conta solamente andare
Comunque vada, per quanta strada ancora c'è da fare

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Share the love, share the love
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Buon viaggio
Che sia un'andata o un ritorno
Che sia una vita o solo un giorno

E siamo solo di passaggio
Voglio godermi un po' la strada
Amore mio comunque vada
Buon viaggio!
Siamo in auto, verso casa. Questa mattina partenza prestissimo per il tribunale che ci ha convocato circa un mese fa.
2 persone, una ragazza giovane (il giudice che ci ha chiamato, credo) e un signore con un capello alla Branduardi.
Ci hanno prima di tutto chiesto se sapevamo perché eravamo lì. "Per un colloquio conoscitivo???"
Esatto. Ci hanno fatto però intendere che, visto che è passato quasi un anno da quando abbiamo inviato la nostra domanda di adozione nazionale al loro tribunale, non era proprio un caso che ci avessero chiamato. Insomma: c'è qualcosa nell'aria.
Il colloquio è iniziato in modo strano. Il signore ha disegnato un cerchio, o meglio, la terra. Ha disegnato il nucleo, poi le parti interne, fino ad arrivare alla superficie esterna, la crosta terrestre.
Ha disegnato vulcani, oceani, colline.


Risultati immagini per crosta terrestre nucleo



Io e Cristian credo che nel cervello avessimo un milione di punti interrogativi: dove vuole arrivare???
La domanda è stata: voi siete sulla superficie. In cosa vi identificate? In un vulcano, in una collina, in una foresta??
Io: entroterra, assolutamente collina.
Cristian: foresta, vasta e incontaminata.
Poi ci ha chiesto attraverso che elementi potremmo collegare quello che ci sentiamo di essere con il resto del mondo.
Io: con la condivisione
Cristian: con l'esplorazione, facendo domande.
Abbiamo discusso un po' della condivisione. Ci ha chiesto se il bimbo fosse in età pre - verbale, piuttosto che verbale, come condivideremmo con lui le informazioni.
Poi ha fatto un cerchio: era Cristian.
Poi un altro cerchio: ero io.
Poi un altro cerchio: il bimbo.
Ci ha chiesto cosa cambierebbe nella nostra vista se da 2 diventassimo in 3. Direi tutto!!! Dai giochi sparsi per casa, agli urli, ai tempi, alle abitudini, all'organizzazione della vita. Ma si riempirebbe la nostra vita, oltre che la nostra casa.
Poi ha fatto un altro cerchio: un altro bimbo. Che cosa cambierebbe se anziché uno, fossero 2 i bimbi? Bè, difficoltà triplicate, ancora più giochi e urli per casa, ma con il giusto aiuto, e il rimboccarsi le maniche, ce la si mette tutta per farla andare alla grande.
Bè signori, vi faremo sapere! :-)
Ovvio, l'idea è che ci sia qualcuno che sta aspettando una famiglia. L'idea è anche che non ci siamo solo noi in lista d'attesa. La speranza è che abbiano capito quanta voglia di famiglia abbiamo, e che potremmo essere dei genitori bravini :-)

Per quanta strada ancora c'è da fare, amerai il finale!!!