Tutta la giornata è stata bellissima, e ovviamente lui è stato il protagonista indiscusso. La creatura che aspettavamo da anni, tutti.
lunedì 25 dicembre 2017
Natale
Tutta la giornata è stata bellissima, e ovviamente lui è stato il protagonista indiscusso. La creatura che aspettavamo da anni, tutti.
venerdì 8 dicembre 2017
L'albero di Natale
martedì 14 novembre 2017
Un dolore così grande
sabato 28 ottobre 2017
Psicoanalisi
venerdì 20 ottobre 2017
venerdì 29 settembre 2017
4 chiacchiere con l'assistente sociale
martedì 19 settembre 2017
Vacanze!!!
venerdì 1 settembre 2017
Pisellino e il pianto inconsolabile
Ho la tendenza ad attribuire le sue crisi al fatto che sia adottato. Poi in realtà mi ritrovo a cercare su Internet "mio figlio dà le testate", e mi accorgo che altre mille mamme (biologiche, fra l'altro), hanno figli che danno le testate.
Cerco "pianto inconsolabile" e mi ritrovo altre tremila mamme che raccontano come il loro figlio pianga ininterrottamente. E allora mi rassereno, e mi dico che il mio bambino ha problemi come tutti gli altri. Si comporta come tutti gli altri. Piange e dà testate come tanti altri bambini della sua età.
martedì 22 agosto 2017
Honolulu... arrivo!!!
lunedì 7 agosto 2017
Teniamo botta!!!
venerdì 28 luglio 2017
Il mestiere più difficile del mondo
sabato 15 luglio 2017
*Mamma*
martedì 4 luglio 2017
Un mese di noi
martedì 13 giugno 2017
I figli vengono dal cuore
sabato 10 giugno 2017
A casina nostra
venerdì 9 giugno 2017
Buona vita
lunedì 5 giugno 2017
Il piccolo principe e la volpe
In quel momento apparve la volpe.
«Buon giorno», disse la volpe.
«Buon giorno», rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi:
ma non vide nessuno.
«Sono qui», disse la voce, «sotto al melo...»
«Chi sei?», domandò il piccolo principe, «sei molto carino...»
«Sono la volpe», disse la volpe.
«Vieni a giocare con me», le propose il piccolo principe, «sono così
triste...»
«Non posso giocare con te», disse la volpe, «non sono addomesticata.»
«Ah! scusa», fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
«Che cosa vuol dire “addomesticare”?».
«Non sei di queste parti, tu», disse la volpe, «che cosa cerchi?»
«Cerco gli uomini», disse il piccolo principe. «Che cosa vuol dire
“addomesticare”?»
«Gli uomini», disse la volpe, «hanno dei fucili e cacciano. È molto
noioso! Allevano anche delle galline. È il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?»
«No», disse il piccolo principe. «Cerco degli amici. Che cosa vuol
dire “addomesticare”?»
«È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami”...»
«Creare dei legami?»
«Certo», disse la volpe. «Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale
a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno
l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te uni-
ca al mondo.»
Comincio a capire», disse il piccolo principe. «C’è un fiore... credo che mi abbia addomesticato...»
«È possibile», disse la volpe. «Capita di tutto sulla Terra...»
«Oh! non è sulla Terra», disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa.
«Su un altro pianeta?»
«Sì.»
«Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?»
«No.»
«Questo mi interessa! E delle galline?»
«No.»
«Non c’è niente di perfetto», sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea:
«La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini
danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uo-
mini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di
passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi laggiù, in fondo, dei campi di grano? Io
non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non
mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticata. Il
grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del
vento nel grano...».
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
«Per favore... addomesticami», disse.
«Volentieri», rispose il piccolo principe, «ma non ho molto tempo,
però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose.»
«Non si conoscono che le cose che si addomesticano», disse la volpe. «Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico,
addomesticami!»
«Che bisogna fare?», domandò il piccolo principe.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe. «In principio tu ti
siederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la
coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di
malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino...»
Il piccolo principe ritornò l’indomani.
Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora», disse la volpe. «Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comin- cerò a essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e a inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti.»
Che cos’è un rito?», disse il piccolo principe.
«Anche questa è una cosa da tempo dimenticata», disse la volpe. «È
quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre
ore. C’è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un
giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai
vacanza.»
Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l’ora della
partenza fu vicina:
«Ah!», disse la volpe, «... piangerò.»
«La colpa è tua», disse il piccolo principe, «io non ti volevo far del
male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi...»
«È vero», disse la volpe.
«Ma piangerai!», disse il piccolo principe.
«È certo», disse la volpe.
«Ma allora che ci guadagni?»
«Ci guadagno», disse la volpe, «il colore del grano.»
Poi aggiunse:
«Va’ a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto».
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
«Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora
niente», disse. «Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una
volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico e ora è
per me unica al mondo.»
E le rose erano a disagio.
«Voi siete belle, ma siete vuote», disse ancora. «Non si può morire
per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché
è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di
vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho
ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho
ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché
è la mia rosa.»
E ritornò dalla volpe.
«Addio», disse.
«Addio», disse la volpe. «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non
si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.»
«L’essenziale è invisibile agli occhi», ripeté il piccolo principe, per
ricordarselo.
«È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.»
«È il tempo che ho perduto per la mia rosa...», sussurrò il piccolo
principe per ricordarselo.
«Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa...»
domenica 4 giugno 2017
Si parte!!!
giovedì 1 giugno 2017
1 giugno 2017
martedì 30 maggio 2017
Lacrime ad Hyde Park
Ed improvvisamente cambia la tua vita.
Quella gravidanza iniziata 6 anni fa, è giunta al termine.
Ricevi quella telefonata, che attendi da così tanto che quasi non ci speri e credi più.
Hanno scelto noi. Hanno scelto noi perché credono che possiamo essere i migliori genitori per te.
Giovedì veniamo a conoscerti.
Io e Cristian non capiamo più niente.
Siamo seduti su una panchina di Hyde Park a Londra e cominciamo a chiamare mamma, suocera, sorella, fratello.
E un fiume di lacrime. Ma gli inglesi si fanno gli affari loro, non ci guardano :-)
Giovedì. Giovedì di questa settimana?
Giovedì dopo domani???
Mi tremano le gambe.
Mi trema il cuore.
Partono le domande: dobbiamo comprare il passeggino, il lettino, il sedile per la macchina. Il seggiolone. E poi cosa mangia? E i vestitini? E che taglia avrà?
Oddio. Non ho mai fatto la mamma.
6 anni per prepararsi e poi alla fine si arriva impreparati.
Che paura.
E quando lo vediamo cosa proveremo? Come si comporterà? Sarà felice, spaventato, scostante?
Non so. Quello che so è che ho il cuore in subbuglio.
Sono tremendamente felice e tremendamente spaventata allo stesso tempo.
Piccolo, ti abbiamo preso una cosa oggi.
Il tuo primo gioco.
Ci tenevo a prendertelo, perché oggi per noi è un giorno speciale. Abbiamo saputo che arriverai a riempire i nostri cuori. E noi ce la metteremo tutta per riempire il tuo. Ti daremo tutto e più di tutto. Insegnaci a diventare dei bravi genitori.
Insegnaci ad amarci come tu vuoi essere amato.
Disegnamo insieme la nostra vita insieme e costruiamo la storia della nostra famiglia. Ti aspettiamo, e anche la Gioia ti sta aspettando.
Ti abbiamo preso una giraffina.
La giraffa è un animale speciale: guarda in alto e vede lontano.
Che la tua vita possa essere ricca di amore, gioia e risate.
In bocca al lupo a noi.
sabato 27 maggio 2017
Keep calm e in bocca al lupo
mercoledì 24 maggio 2017
Una strana giornata
giovedì 18 maggio 2017
domenica 14 maggio 2017
Festa della mamma 2017
sabato 29 aprile 2017
L'incontro formativo con l'ente
venerdì 14 aprile 2017
Esausta
giovedì 6 aprile 2017
Una telefonata tira l'altra
sabato 1 aprile 2017
E per quanta strada ancora c'è da fare, amerai il finale!!!
"Buon viaggioChe sia un'andata o un ritornoChe sia una vita o solo un giornoChe sia per sempre o un secondoL'incanto sarà godersi un po' la stradaAmore mio, comunque vadaFai le valigie e chiudi le luci di casaCoraggio, lasciare tutto e indietro e andarePartire per ricominciareChe non c'è niente di più vero di un miraggioE per quanta strada ancora c'è da fare amerai il finaleShare the love, share the loveShare the love, share the loveShare the love, share the loveShare the love, share the loveChi ha detto che tutto quello che cerchiamoNon è su un palmo di una manoE che le stelle puoi guardarle solo da lontanoTi aspetto dove la mia città scompareE l'orizzonte è verticaleMa nelle foto hai gli occhi rossi e vieni male
Siamo in auto, verso casa. Questa mattina partenza prestissimo per il tribunale che ci ha convocato circa un mese fa.Coraggio, lasciare tutto e indietro e andarePartire per ricominciareChe se ci pensi siamo solo di passaggioE per quanta strada ancora c'è da fare amerai il finaleShare the love, share the loveShare the love, share the loveShare the love, share the loveShare the love, share the loveIl mondo è solo un mare di paroleE come un pesce puoi nuotare solamente quando le onde sono buoneE per quanto sia difficile spiegareNon è importante dove, conta solamente andareComunque vada, per quanta strada ancora c'è da fareShare the love, share the loveShare the love, share the loveShare the love, share the loveShare the love, share the loveBuon viaggioChe sia un'andata o un ritornoChe sia una vita o solo un giornoE siamo solo di passaggioVoglio godermi un po' la stradaAmore mio comunque vadaBuon viaggio!
2 persone, una ragazza giovane (il giudice che ci ha chiamato, credo) e un signore con un capello alla Branduardi.
Ci hanno prima di tutto chiesto se sapevamo perché eravamo lì. "Per un colloquio conoscitivo???"
Esatto. Ci hanno fatto però intendere che, visto che è passato quasi un anno da quando abbiamo inviato la nostra domanda di adozione nazionale al loro tribunale, non era proprio un caso che ci avessero chiamato. Insomma: c'è qualcosa nell'aria.
Il colloquio è iniziato in modo strano. Il signore ha disegnato un cerchio, o meglio, la terra. Ha disegnato il nucleo, poi le parti interne, fino ad arrivare alla superficie esterna, la crosta terrestre.
Ha disegnato vulcani, oceani, colline.
Io e Cristian credo che nel cervello avessimo un milione di punti interrogativi: dove vuole arrivare???
La domanda è stata: voi siete sulla superficie. In cosa vi identificate? In un vulcano, in una collina, in una foresta??
Io: entroterra, assolutamente collina.
Cristian: foresta, vasta e incontaminata.
Poi ci ha chiesto attraverso che elementi potremmo collegare quello che ci sentiamo di essere con il resto del mondo.
Io: con la condivisione
Cristian: con l'esplorazione, facendo domande.
Abbiamo discusso un po' della condivisione. Ci ha chiesto se il bimbo fosse in età pre - verbale, piuttosto che verbale, come condivideremmo con lui le informazioni.
Poi ha fatto un cerchio: era Cristian.
Poi un altro cerchio: ero io.
Poi un altro cerchio: il bimbo.
Ci ha chiesto cosa cambierebbe nella nostra vista se da 2 diventassimo in 3. Direi tutto!!! Dai giochi sparsi per casa, agli urli, ai tempi, alle abitudini, all'organizzazione della vita. Ma si riempirebbe la nostra vita, oltre che la nostra casa.
Poi ha fatto un altro cerchio: un altro bimbo. Che cosa cambierebbe se anziché uno, fossero 2 i bimbi? Bè, difficoltà triplicate, ancora più giochi e urli per casa, ma con il giusto aiuto, e il rimboccarsi le maniche, ce la si mette tutta per farla andare alla grande.
Bè signori, vi faremo sapere! :-)
Ovvio, l'idea è che ci sia qualcuno che sta aspettando una famiglia. L'idea è anche che non ci siamo solo noi in lista d'attesa. La speranza è che abbiano capito quanta voglia di famiglia abbiamo, e che potremmo essere dei genitori bravini :-)
Per quanta strada ancora c'è da fare, amerai il finale!!!