venerdì 14 aprile 2017

Esausta

Un po' delusa, un po' triste, un po' arrabbiata. 
Oggi colloquio in un tribunale di molto molto lontano.
Premetto che ormai andiamo senza aspettative agli incontri con i giudici.
O meglio. Senza aspettative, ma comunque pieni di speranza.
Arriviamo carichi, emozionati, sorridenti come non mai. Arriviamo che siamo solo io e Cristian, nella nostra semplicità a volte anche banale. Siamo semplicemente noi. Non arrivo con i tacchi,nè truccata. Perché mi devono vedere per quello che sono nella vita.
Ma devono ascoltarmi e rispettare le mie idee.
Non sono mamma (ancora). Non sono una mamma adottiva (ancora). Ma in questi anni, da quando è iniziato il nostro percorso, noi siamo cresciuti. Abbiamo imparato cosa può voler dire essere stato abbandonato, picchiato, violentato psicologicamente. Sappiamo che il nostro bimbo potrebbe voler dormire per terra o mangiare con le mani "perché ha sempre fatto così". Forse vorrebbe rubare, perché ha sempre fatto così. Forse sarà chiuso, forse sarà un libro aperto. Forse ci accetterà il giorno stesso che entrerà in casa nostra, forse mai per tutta la vita. 
E io tutto questo lo so, anche se non l'ho mai provato in tutta la mia vita.
 Perché durante la nostra istruttoria ci hanno prospettato il peggio del peggio. E io so qual è il peggio del peggio, anche se non l'ho provato sulla mia pelle. 
Ma tu, mi devi ascoltare. Perché in questi anni io ho capito cosa vuol dire adottare un bambino. Conosco a menadito le mie paure presenti e future. So quello che sono disposta ad accettare e quello che non ho la forza di accettare. 
L'adozione non è un atto di volontariato. Per quello c'è la Caritas, la croce rossa o si parte in missione in Africa.
L'adozione è un atto d'amore. Lo si fa perché io voglio amare un bambino e dall'altra parte voglio essere amata. E il mio bambino vuole essere amato. Con tutte le difficoltà che questo può comportare.
Ho ancora tutto da imparare, sicuramente, ma il mio punto di vista va ascoltato. 
Detto questo, non so com'è andato questo colloquio. Io ne sono uscita un po' stanca e provata. È stato sicuramente stimolante, ci ha fatto ragionare tanto, ma non vedo tutto come lo vede lui. 
Non credo che ci richiameranno, anche se è palese che un bimbo che aspetta la sua famiglia c'è. 
Sono esausta.




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