Pisellino non è nato dalla mia pancia.
non è stato nove mesi nel mio utero, e non è stato creato dal mio uovo n'è dal seme di mio marito.
non ha il colore dei miei occhi, e non ha nemmeno il colore dei miei capelli (anche perché i miei capelli al momento sono viola :-)
ma siamo legati dentro. lui è nato dal mio cuore.
Non è sangue del mio sangue, ma è cuore del mio cuore, come dico io.
è una cosa incredibile e inspiegabile, fisiologica in un genitore che partorisce un figlio, strana forse, e incomprensibile per chi non vive l'adozione, o chi la guarda dall'esterno.
Ma Pisellino viene dal mio cuore.
È così tanto simile a me e a mio marito, che solo adesso capisco come mai ci vogliono così tanti anni per riuscire ad adottare un bambino.
Perché devono trovare veramente quello giusto per te, devono veramente trovare TUO figlio.
Oggi ho avuto l'ennesima dimostrazione che Pisellino è un pezzo di me.
Oggi fa la sua prima gita.
Lo abbiamo accompagnato in stazione, gli abbiamo messo sulle spalle il suo mega zaino con il sacco a pelo, i vestiti di ricambio, il suo cappellino, la torcia per andare alla scoperta degli animali, la merendina, il panino per il pranzo e la sua bottiglia di acqua.
E quando l'ho visto così piccolo con quello zaino così grande sulle spalle, che barcollava e cadeva all'indietro, ho fatto fatica a trattenere le lacrime fino alla macchina.
Oggi fa la sua prima esperienza da grande.
Senza la sua mamma e senza il suo babbo, perché per circa 36 ore dovrà cavarsela soltanto con le dade e i suoi amici.
Non avrá la mamma che gli racconta la favola stasera prima di andare a letto, non avrò tante coccole, e dovrà addormentarsi da solo con Teddy, i suoi amici e le sue Dade.
Credo che lui sia sereno, di certo abbastanza inconsapevole di quello che sarà la giornata di oggi e di domani, ma comunque sereno.
Sa che andrà in gita, sa che dormirà nel bosco, sa che dormirá in un sacco a pelo.
Ma chi ne risente di più è la mamma.
La mamma dal cuore piangente, che dovrà farsene una ragione perché lei per prima ha passato la sua prima notte fuori di casa senza genitori a 5 anni, e se n'è andata a 13 anni da sola in una famiglia all'estero.
Perchè tutte queste esperienze servono; servono a farlo crescere, a farlo diventare forte, a farlo diventare autonomo, a riuscire a cavarsela nelle situazioni, a riuscire a interagire con le altre persone, a capire come va il mondo e capire come ci si deve arrangiare.
Quindi è giusto così.
Mi asciugo gli occhi, mi soffio il naso, e spero che vada tutto bene, che si diverta e che torni a casa carico ed emozionato della nuova avventura che ha vissuto.
non è stato nove mesi nel mio utero, e non è stato creato dal mio uovo n'è dal seme di mio marito.
non ha il colore dei miei occhi, e non ha nemmeno il colore dei miei capelli (anche perché i miei capelli al momento sono viola :-)
ma siamo legati dentro. lui è nato dal mio cuore.
Non è sangue del mio sangue, ma è cuore del mio cuore, come dico io.
è una cosa incredibile e inspiegabile, fisiologica in un genitore che partorisce un figlio, strana forse, e incomprensibile per chi non vive l'adozione, o chi la guarda dall'esterno.
Ma Pisellino viene dal mio cuore.
È così tanto simile a me e a mio marito, che solo adesso capisco come mai ci vogliono così tanti anni per riuscire ad adottare un bambino.
Perché devono trovare veramente quello giusto per te, devono veramente trovare TUO figlio.
Oggi ho avuto l'ennesima dimostrazione che Pisellino è un pezzo di me.
Oggi fa la sua prima gita.
Lo abbiamo accompagnato in stazione, gli abbiamo messo sulle spalle il suo mega zaino con il sacco a pelo, i vestiti di ricambio, il suo cappellino, la torcia per andare alla scoperta degli animali, la merendina, il panino per il pranzo e la sua bottiglia di acqua.
E quando l'ho visto così piccolo con quello zaino così grande sulle spalle, che barcollava e cadeva all'indietro, ho fatto fatica a trattenere le lacrime fino alla macchina.
Oggi fa la sua prima esperienza da grande.
Senza la sua mamma e senza il suo babbo, perché per circa 36 ore dovrà cavarsela soltanto con le dade e i suoi amici.
Non avrá la mamma che gli racconta la favola stasera prima di andare a letto, non avrò tante coccole, e dovrà addormentarsi da solo con Teddy, i suoi amici e le sue Dade.
Credo che lui sia sereno, di certo abbastanza inconsapevole di quello che sarà la giornata di oggi e di domani, ma comunque sereno.
Sa che andrà in gita, sa che dormirà nel bosco, sa che dormirá in un sacco a pelo.
Ma chi ne risente di più è la mamma.
La mamma dal cuore piangente, che dovrà farsene una ragione perché lei per prima ha passato la sua prima notte fuori di casa senza genitori a 5 anni, e se n'è andata a 13 anni da sola in una famiglia all'estero.
Perchè tutte queste esperienze servono; servono a farlo crescere, a farlo diventare forte, a farlo diventare autonomo, a riuscire a cavarsela nelle situazioni, a riuscire a interagire con le altre persone, a capire come va il mondo e capire come ci si deve arrangiare.
Quindi è giusto così.
Mi asciugo gli occhi, mi soffio il naso, e spero che vada tutto bene, che si diverta e che torni a casa carico ed emozionato della nuova avventura che ha vissuto.
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