venerdì 17 maggio 2019

Passato, presente e futuro


Pisellino comincia a fare delle domande. 
Alla sera, prima di andare a dormire, non vuole più la sua favola, ma vuole la sua storia. La sua storia, quella vera.
La sua storia parte dai tempi in cui la mamma e il babbo si sono conosciuti, sposati e hanno deciso di cercare un bimbo. 
Quando finalmente arriva la telefonata in cui si dice "è arrivato!! Correte, che vi sta aspettando", parte ufficialmente la sua storia. O meglio, quello che abbiamo vissuto noi con lui. 
Ed ecco che parlandone, io e marito, abbiamo pensato che fosse giunto il momento di cercare di colmare parte di quel buco rimasto incolmato. 
E così, vuoi perché Pisellino ha raggiunto la serenità e la gioia, vuoi perché finalmente ci sentiamo pronti noi per affrontare il suo passato, abbiamo chiesto. 
Abbiamo chiesto informazioni alla persona che sappiamo che avrebbe saputo darcele. 
È stato doloroso. Da morire. 
Non tanto per il motivo che lo ha poi portato ad essere adottato, ma per quello che ha vissuto, nonostante fosse solo un piccolo nanetto. 
E allora mi sono tornate in mente tutte le testate, le botte, i pianti inconsolabili. 
I miei pianti, nel cercare di capire cosa stessi sbagliando. 
Nel cercare di capire come guarire quel dolore che portava nel cuore. 
E caspita. Mi è venuta in mente tutta la fatica, la paura di non farcela. 
La stanchezza.
La pazienza nel prendermi le botte senza fargli capire che stavo diventando triste, e che "mi faceva male". 
Le lacrime ingoiate.
La voglia di urlare.
Il mio bisogno di aiuto.
Gli abbracci col marito.
Le confidenze con la psicologa e l'assistente sociale dell'équipe adozioni. 
La schiena a pezzi seduta per terra di fianco al lettino a coccolarlo. 

Però poi lo guardo adesso. 
Il suo sorriso, le sue corse. 
I suoi abbracci.
Il suo prendermi la mano e metterla sul cuore.
Il suo "io ti voglio bene di piú".
Le sue corse incontro a me quando lo vado a prendere all'asilo. 
I suoi abbracci mozzafiato quando lo porto e mi saluta.
E allora, sono ripagata di tutto. 
Del dolore vissuto, che ora si è trasformato in sorrisi.
Delle sue lacrime, che ora sono lacrime di gioia. 
Della rabbia, che non c'è piú.
So che questo non è un punto di arrivo, ma solamente il superamento del primo step di difficoltà, ma ora ci fermiamo a guardare il lavoro che abbiamo fatto fino ad ora. 
E allora io e marito ci diamo una pacca sulla spalla, e capiamo che forse tanto male non siamo stati. 

I bimbi dell'asilo, al mare 



La serenità della Gioia, grande compagna di avventure e sventure :-)



“PERCHÉ TU SEI LA MIA MAMMA”
Testo di B. Tognolini

La tua mamma ti ha trovato sotto un cavolo?
O posato dalla cicogna sopra il tavolo?
Ti ha staccato da un albero, come fossi un’arancia
O ti ha cresciuto dentro la sua pancia?

La tua mamma ti ha scolpito in plastilina?
O ti ha sfornato dal forno di cucina?
Ti ha cercato nel mondo, per mesi ed anni e pianti
Finché non ti ha veduto lì davanti?

Io non so – se la botte è figlia del bottone
E se un matto è figlio di un mattone
Io non so – se il fiammifero è figlio della fiamma
Ma io sono tuo figlio perché tu – sei la mia mamma

La tua mamma ti ha trovato dentro un uovo?
O fra i doni che ci porta l’Anno Nuovo?
O forse ti ha voluto così tanto e così a lungo
Finché non sei spuntato come un fungo?

Che tu spunti dalla pancia o dal gran mondo
Stai arrivando sempre da un bel tondo
Da quale parte arrivi in fondo non importa 
Importa chi ti abbraccia sulla porta 

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