Alla sera, prima di andare a dormire, non vuole più la sua favola, ma vuole la sua storia. La sua storia, quella vera.
La sua storia parte dai tempi in cui la mamma e il babbo si sono conosciuti, sposati e hanno deciso di cercare un bimbo.
Quando finalmente arriva la telefonata in cui si dice "è arrivato!! Correte, che vi sta aspettando", parte ufficialmente la sua storia. O meglio, quello che abbiamo vissuto noi con lui.
Ed ecco che parlandone, io e marito, abbiamo pensato che fosse giunto il momento di cercare di colmare parte di quel buco rimasto incolmato.
E così, vuoi perché Pisellino ha raggiunto la serenità e la gioia, vuoi perché finalmente ci sentiamo pronti noi per affrontare il suo passato, abbiamo chiesto.
Abbiamo chiesto informazioni alla persona che sappiamo che avrebbe saputo darcele.
È stato doloroso. Da morire.
Non tanto per il motivo che lo ha poi portato ad essere adottato, ma per quello che ha vissuto, nonostante fosse solo un piccolo nanetto.
E allora mi sono tornate in mente tutte le testate, le botte, i pianti inconsolabili.
I miei pianti, nel cercare di capire cosa stessi sbagliando.
Nel cercare di capire come guarire quel dolore che portava nel cuore.
E caspita. Mi è venuta in mente tutta la fatica, la paura di non farcela.
La stanchezza.
La pazienza nel prendermi le botte senza fargli capire che stavo diventando triste, e che "mi faceva male".
Le lacrime ingoiate.
La voglia di urlare.
Il mio bisogno di aiuto.
Gli abbracci col marito.
Le confidenze con la psicologa e l'assistente sociale dell'équipe adozioni.
La schiena a pezzi seduta per terra di fianco al lettino a coccolarlo.
Però poi lo guardo adesso.
Il suo sorriso, le sue corse.
I suoi abbracci.
Il suo prendermi la mano e metterla sul cuore.
Il suo "io ti voglio bene di piú".
Le sue corse incontro a me quando lo vado a prendere all'asilo.
I suoi abbracci mozzafiato quando lo porto e mi saluta.
E allora, sono ripagata di tutto.
Del dolore vissuto, che ora si è trasformato in sorrisi.
Delle sue lacrime, che ora sono lacrime di gioia.
Della rabbia, che non c'è piú.
So che questo non è un punto di arrivo, ma solamente il superamento del primo step di difficoltà, ma ora ci fermiamo a guardare il lavoro che abbiamo fatto fino ad ora.
E allora io e marito ci diamo una pacca sulla spalla, e capiamo che forse tanto male non siamo stati.
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I bimbi dell'asilo, al mare |
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La serenità della Gioia, grande compagna di avventure e sventure :-) |
“PERCHÉ TU SEI LA MIA MAMMA”
Testo di B. Tognolini
La tua mamma ti ha trovato sotto un cavolo?
O posato dalla cicogna sopra il tavolo?
Ti ha staccato da un albero, come fossi un’arancia
O ti ha cresciuto dentro la sua pancia?
La tua mamma ti ha scolpito in plastilina?
O ti ha sfornato dal forno di cucina?
Ti ha cercato nel mondo, per mesi ed anni e pianti
Finché non ti ha veduto lì davanti?
Io non so – se la botte è figlia del bottone
E se un matto è figlio di un mattone
Io non so – se il fiammifero è figlio della fiamma
Ma io sono tuo figlio perché tu – sei la mia mamma
La tua mamma ti ha trovato dentro un uovo?
O fra i doni che ci porta l’Anno Nuovo?
O forse ti ha voluto così tanto e così a lungo
Finché non sei spuntato come un fungo?
Che tu spunti dalla pancia o dal gran mondo
Stai arrivando sempre da un bel tondo
Da quale parte arrivi in fondo non importa
Importa chi ti abbraccia sulla porta
Testo di B. Tognolini
La tua mamma ti ha trovato sotto un cavolo?
O posato dalla cicogna sopra il tavolo?
Ti ha staccato da un albero, come fossi un’arancia
O ti ha cresciuto dentro la sua pancia?
La tua mamma ti ha scolpito in plastilina?
O ti ha sfornato dal forno di cucina?
Ti ha cercato nel mondo, per mesi ed anni e pianti
Finché non ti ha veduto lì davanti?
Io non so – se la botte è figlia del bottone
E se un matto è figlio di un mattone
Io non so – se il fiammifero è figlio della fiamma
Ma io sono tuo figlio perché tu – sei la mia mamma
La tua mamma ti ha trovato dentro un uovo?
O fra i doni che ci porta l’Anno Nuovo?
O forse ti ha voluto così tanto e così a lungo
Finché non sei spuntato come un fungo?
Che tu spunti dalla pancia o dal gran mondo
Stai arrivando sempre da un bel tondo
Da quale parte arrivi in fondo non importa
Importa chi ti abbraccia sulla porta