domenica 30 agosto 2015

Le lacrime di calce

Ho passato due giorni a piangere.
Il primo giorno probabilmente presa dalla stanchezza, dalla notte andata male, dal sonno accumulato.
Il secondo giorno perché presa dalle emozioni.
Io e Cristian abbiamo letto un libro, o meglio. Io leggevo, lui ascoltava. Ma è stato molto bello così.
E' un libro sull'adozione, in cui ci siamo imbattuti per caso su Amazon, e che aveva un bel titolo, e un bel sottotitolo.
"La memoria impossibile. Storia felice di un'adozione".
Ieri, sdraiati sul letto, con il venticello che entrava dalla finestra, l'abbiamo finito. A fatica.
Perché ogni tanto io partivo con i miei singhiozzi, così forti da sembrare che qualcuno mi strangolasse.
E allora sono arrivata alla conclusione che le mie lacrime sono di calce. Sono di calce perché così come con la calce ci costruisci una casa forte e robusta, allo stesso modo sto fortificando il mio cuore.
Tutte queste lacrime mi stanno facendo diventare più forte, anche se magari non me ne rendo tanto conto.
Presa dall'angoscia mi metto a pensare che in questo cammino, tutto è difficile.
Difficile aver saputo di non poter avere figli.
Difficile la fecondazione andata male.
Difficile l'attesa per iniziare il percorso dell'adozione.
Difficile l'istruttoria.
Difficile l'attesa che ci porterà verso il nostro splendore.
Difficile farlo crescere forte, sano, e soprattutto sereno.
Tutto difficile, ma io sono forte. Anzi, NOI siamo forti, cane compreso.

Riporto qualche frase che ci è piaciuta in maniera particolare, e che ha suscitato delle emozioni scombussolanti.
Questa è la premessa, in prima pagina:


E poi...






martedì 11 agosto 2015

Adottare

"Adottare significa fare posto a un figlio che esiste già, alla sua necessità di avere una famiglia e al contempo significa fare, di una coppia, dei genitori per quel figlio. 
I legami di sangue sono assolutamente insignificanti, ciò a cui si assiste ogni volta che una famiglia si forma in questo modo è prodigioso: degli estranei si incontrano, si conoscono, si ri - conoscono e si accolgono vicendevolmente.
Un terzo non nato da sé diviene figlio e due estranei vengono riconosciuti genitori da parte di un bambino. 
Nella fecondità di questi legami si genera nel tempo la famiglia adottiva.
Per sempre."

Tratto dal libro "Generato, non procreato"   



martedì 4 agosto 2015

incontro n. 5: ed è sempre più dura...

si può dire che fino ad ora è stata una passeggiata...
parlare di me, di lui, di noi, è stato uno scherzo, se si pensa a quello che ci aspetta ora... 
comincia a farsi dura...
dura perchè si entra nel "vivo" dell'adozione...
perché ci si scontra con la dura realtà del bambino abbandonato e che soffre e ha sofferto...
perché ora bisogna rafforzare il carattere, rimboccarsi le maniche, stringere i denti e cominciare a pensare a quello che sarà, e soprattutto a come affrontarlo.
ragionare su come affronteremo problematiche comportamentali... un bambino iperattivo, un bambino con disturbi dell'apprendimento... un bambino aggressivo, un bambino taciturno...
un bambino violento, un bambino che soffre...
su come affronteremo frasi come "tu non sei la mia vera madre, non dirmi cosa devo fare"...
lo psicologo dice:"ho bisogno di sapere che voi non crollerete".
Se vuoi una risposta ora, ti dico che no, noi non crolleremo. 
Perché se tutto questo viaggio è lungo, duro, massacrante, e lo sarà ancor più quando il nostro bambino arriverà a casa, varrà la pena lottare, e costruire, e farsi un fegato enorme, ma lavorare per rendere la vita di nostro figlio serena più di quanto non sia stata. E dargli tutto ciò che gli è mancato, ossia l'amore e l'affetto di una famiglia che lo ama e vive per lui. 
Ma se ora ci sentiamo forti come rocce, non so se quel giorno in cui mi sentirò dire (ammesso che mai me lo dica) "tu non sei la mia vera madre", io non mi senta cedere le gambe...
probabilmente mi rimbomberanno nella testa i singhiozzi del mio cuore, ma l'amore che provo per lui devono essere più forti di ogni cosa, e darci la spinta per andare avanti nonostante le difficoltà, le delusioni, le arrabbiature, e le ferite. 
Cosa gli diremo se picchia i compagni di scuola?
Cosa faremo se diventa aggressivo?
Cosa gli diremo se ruba in giro?
Come ci comporteremo se non ascolta ed è iper attivo?
1- prendo per mano mio marito
2- ne parliamo insieme
3- ne parliamo con lei/lui
4- affrontiamo il tutto insieme
5- se non arriviamo al dunque, chiediamo aiuto a chi ne sa più di noi.
Ma MAI crollare... mai arrendersi...
perché nonostante le lacrime, le "lumachine" nello stomaco, le gambe che fanno "giacomo giacomo", 
siamo forti, e pronti a portare avanti il nostro disegno di vita e ad allargare la famiglia. 
compito per la prossima volta: scrivere una lettera al bimbo che ci è stato "abbinato", per presentarci, per scrivere di noi, per fargli sapere che stiamo per andarlo a prendere... 
un compito così difficile non credo mi sia mai capitato nella vita... 
altro che tema all'esame di maturità!!!!!! :-)