giovedì 25 settembre 2014

Lesson n.3: diamo ora la parola all'ente

Eccoci al terzo incontro. Questa volta è la volta dell'ente, o meglio, di un rappresentante di un ente.
Una volta ricevuta l'idoneità dal giudice, infatti, per potersi avvicinare all'adozione internazionale, bisogna scegliere un ente che si occupi dell'adozione.
In Italia ci sono diversi enti, ognuno dei quali si occupa solo di alcune regioni e ognuno dei quali si occupa solo dell'adozione in alcuni paesi. Per esempio in Emilia Romagna c'è l'ente tizio e l'ente caio. L'ente tizio si occupa di adozioni in Russia e Cina, mentre caio in Ucraina e Brasile. E via dicendo.
Il signore di oggi, è il rappresentante anonimo (per questioni di pubblicità)  di uno di questi enti. 
Ci ha parlato di tutto il percorso, dal momento in cui consegnamo la nostra "dichiarazione di idoneità" del tribunale, al momento dell'abbinamento del bimbo, a quando si comincia a viaggiare per conoscere il nostro bimbo. 
Ogni paese ha dei criteri che riguardano l'età o il tempo di permanenza nel paese. Ci sono paesi in cui i bimbi adottati sono già grandini, tipo 6-7 anni (sud America), oppure paesi in cui vengono dati molto piccoli (tipo nelle Filippine). 
In Kenya i bimbi sono piccoli, ma addirittura è necessario stare almeno 6 mesi sul posto e prendere la cittadinanza keniota. 
Ha raccontato di come l'adozione nazionale sia difficile perché i bimbi che vengono dati in adozione sono solo i bimbi che vengono abbandonati alla nascita, dati molto piccoli e solo a coppie giovani, perché lo stato italiano ha tutti i vantaggi a tenersi i bambini nelle case famiglie... Che tristezza...
Comunque, oggi più che mai, mi sono accorta che questo sarà il viaggio più favoloso della nostra vita...
L'ultima diapositiva diceva: "da qualche parte del mondo, tuo figlio ti sta aspettando". 
E noi vogliamo crederci follemente. In bocca al lupo a noi!! 

venerdì 19 settembre 2014

Lesson n.2: il secondo incontro

al secondo incontro, è la volta della psicologa. 
Sarà quella che entrerà nelle nostre menti, ci analizzerà, rielaborerà i nostri pensieri. Ma tutto sommato, si è presentata molto bene. Sorridente e solare, e l'impressione è stata buona. 
ha messo in luce tutte le difficoltà "psicologiche" a cui possiamo andare incontro, e l'impatto è stato duro. 
la prima cosa che mi è passata per la mente è stata "cavolo, com'è facile la gravidanza e partorire naturalmente un bambino!!"
Noi partiamo già feriti, già sofferenti... già zoppicanti... 
oggi, le mie paure sono aumentate:
1- paura di essere giudicata da persone che non mi conoscono
2- paura che il percorso sia più lungo del previsto
3- paura dell'attesa dell'abbinamento di un bimbo
4- paura dell'incontro con il bimbo
5- paura della paura che proverà lui quando arriverà a casa nostra
6- paura di crescerlo, e crescerlo bene
7- paura di non essere in grado di donargli la vita stratosferica che merita
In ogni momento di questo percorso troveremo delle difficoltà... la nostra (mia e di Cristian, e di tutte le altre coppie) sarà una gravidanza che durerà anni... 
non partorirò con dolore, non mi farò 48 ore di travaglio, ma il travaglio del cuore sarà molto più lungo, e forse più doloroso. 
Ci hanno fatto elencare le somiglianze e le differenze tra l'essere genitori naturalmente, ed essere genitori adottivi. Ma su una cosa hanno puntato l'attenzione un sacco di volte:
non siamo genitori adottivi, siamo genitori.
Non è il mio figlio adottivo, è mio figlio. Punto. 

e noi ... siamo profondamente fiduciosi!!!!
e poi, bimbo mio...

                           " non nascerai dalla mia pancia, ma nascerai dal mio cuore ♥ "

ci sono due cose belle nella vita... RIDERE E AMARE...se ne hai una va bene, se le hai tutte e due sei invincibile



martedì 16 settembre 2014

la montagna

desideravo tanto potermi ritagliare finalmente qualche giorno per stare con la mia piccola famiglia... E finalmente ci siamo riusciti...


La montagna. 
La montagna è libertà, silenzio, aria.
La montagna è verde, col cielo blu, con le nuvole bianche che coprono la cima.
In un sentiero, se ti fermi e chiudi gli occhi, senti solo il rumore dell'aria.
Oppure senti le aquile cantare, o gli scoiattoli che saltano da un albero all'altro...
E poi ti sdrai sull'erba bagnata, e abbracci i tuoi due ometti...


E poi semplicemente non pensi a niente. La mente completamente libera dai pensieri... 
E poi ti senti libero e in pace... E lasci le preoccupazioni ad un altro mondo... E non desideri nient'altro oltre a quello che hai in quel momento...
E poi un lancio col parapendio, rimanere in aria, sentirsi forti e grandi rispetto al mondo la' sotto... sentire che niente ti può sconfiggere perché nessuno può raggiungerti lassù nel cielo... Sentire che nessuno può farti del male... 
E poi toccare il cielo con un dito... Sentire il freddo che ti taglia la faccia... Sentirti leggero e irraggiungibile... 



E poi pronti a tornare con i piedi per terra, e cominciare la più grande avventura della nostra famiglia ❤️


venerdì 5 settembre 2014

Lesson n.1: il primo incontro

Ieri primo incontro del corso... 
Una sensazione di emozione mista ad eccitazione, mista a voglia di iniziare finalmente... 9 coppie: Alessia, Marco, Mattia, Elisa... Una serie di persone che sono lì come noi, per lo stesso motivo. ognuno ha la sua storia alle spalle; ognuno è lì spinto da motivazioni diverse... C'è chi è lì perché "ha paura" di una gravidanza naturale e non ci ha nemmeno mai provato ad avere un figlio naturalmente, c'è chi ha uno spirito umanitario, c'è chi, come noi, semplicemente non vede l'ora di diventare genitore perché VUOLE diventare genitore, e che ha un passato di dolore, aspettative deluse, lacrime, ed è carico, pronto, emozionato, impaurito e voglioso di iniziare questa avventura.
2 assistenti sociali e una psicologa. Che dire, in questo contesto si sono dimostrate carine e umane. Fanno questo lavoro da sempre, seguono da sempre le coppie che vanno incontro all'adozione, e lo si capisce da quello che dicono. Dal fatto che sanno leggerti senza nemmeno averti ancora aperto. Un po' come riuscire a sapere cosa c'è scritto in un libro che è ancora chiuso sul tavolo.
Una delle assistenti sociali ha detto una cosa bellissima "vi dovete innamorare di questo percorso". Difficile capire veramente cosa intende dire, probabilmente ci vuole del tempo, ma sono sicura che ci innamoreremo anche noi.
Ci hanno diviso in due gruppi, "scoppiando" le coppie. Dopo un'iniziale sconvolgimento emotivo dovuto al fatto che mi hanno portato via la mia colonna e la mia ancora di salvezza, devo dire che legare con le altre persone è stato immediato. Aprirti, confidarti e sfogarti è la stata la cosa più spontanea ed inaspettata del mondo. 
Su un foglio ci hanno fatto scrivere perché eravamo lì', cosa ci aspettavamo e come ci sentivamo. E più o meno, le risposte erano comuni a tutti... 
Una cosa però mi ha "sorpreso"... Una delle due assistenti sociali ha detto che tutti i sentimenti che proviamo noi adesso  e che proveremo quando il nostro bambino arriverà a casa, sono gli stessi che proverà lui... Lui stesso si sentirà impaurito, eccitato, felice, spaventato... Solo che a far forza a lui ci sarà solo lui, mentre i genitori sono un due, due persone che si danno forza a vicenda... Non avevo pensato anche a questo... Ma siamo pronti a mettercela tutta!! :-)