sabato 16 aprile 2022
Mutismo selettivo.
Negli ultimi mesi mi sono un po’ persa.
Tante cose da fare, tanti impegni, tante novità, tante emozioni.
Abbiamo ricevuto la relazione per la seconda adozione. Una bella relazione, ma che si conclude, come già ci era stato detto, con “l’équipe non è favorevole, al fine di preservare la famiglia”.
Niente di nuovo, e niente che ci abbia sorpreso particolarmente.
Ora presenteremo il tutto al tribunale dei minori e poi faremo fare il loro corso alle cose.
Sono continuati gli incontri al centro per le famiglie. Alcuni molto intensi, sicuramente tutti molto emozionanti. Ascoltare le storie degli altri spesso serve più che ascoltare la propria.
Mio suocero non sta bene. Ha deciso che è stanco di affrontare la vita. Ha deciso che non ha più voglia di volersi bene, e si sta lasciando andare. E io sono arrabbiata, perché di cose valide per vivere ce ne sono in quantità.
E poi la parte più dolorosa.
Nicola soffre di mutismo selettivo. E’ un disturbo d’ansia che gli impedisce di parlare quando si trova in situazioni per lui “ansiogene”.
Quindi: parla all’asilo, parla a casa, ma in tutte le altre situazioni, muto come un pesce. E si irrigidisce, con il corpo. Abbassa la testa. Cerca il mio sguardo per sentirsi al sicuro.
Questa cosa mi addolora da morire.
Il problema verrà affrontato, con fatica. Ci vorrà del tempo, molto tempo.
Ma la cosa che più mi addolora è che me lo sentivo da tempo. E non sono mai riuscita a dare un nome a questa cosa, ad esprimere il mio dolore, a pormi il problema. E non ho fatto altro che alimentare le sue paure.
Alterno giorni in cui penso “dai che ce la facciamo”, a giorni in cui mi sento così triste e vuota che tutti i buoni propositi vanno a farsi benedire.
Un passo per volta.
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