Bisogna essere onesti.
E' un periodaccio.
E' un periodaccio.
Negli ultimi due mesi ho vissuto una situazione surreale,
che mai mi sarei sognata nella vita.
Ho assistito come non mai al dolore delle persone, ho visto
morire decine di persone.
Ho assistito all’ultima chiamata ai famigliari prima di
essere addormentati, dirsi “ti voglio bene, ci sentiamo fra qualche giorno” e
poi in realtà non risentirsi più.
Ho fatto videochiamate per far rivedere i propri cari,
videochiamate commoventi, dolorose.
Ho svegliato pazienti a mezzanotte per fargli vedere il
videomessaggio di auguri dei loro cari.
Ho fatto ascoltare audio di nipotini all’orecchio di nonni
che non si volevano risvegliare.
Ho fatto l’ultima carezza a persone perché i loro famigliari
ci hanno telefonato chiedendoci di dargli “un’ultima carezza”.
Ho avuto bisogno di far due chiacchiere con lo psicologo.
Avevo bisogno di capire come sopportare e resistere a tutto questo fardello.
Ho pianto innumerevoli volte.
Ma negli ultimi giorni, ho anche sorriso innumerevoli volte.
Ho assistito a miracoli.
A persone senza più speranze che si sono risvegliate dopo 2
mesi.
Abbiamo risentito le voci di persone che non potevano più
parlare.
Ho lavorato fino a 12 ore al giorno, tutti i giorni.
Ho trascorso notti infinite a pensare e ripensare senza
chiudere occhio.
Io sono spesso antipatica, nervosa, irritabile. Credo sia colpa della stanchezza.
E adesso che si intravede la luce in fondo al tunnel, mi
sembra di poter tirare un sospiro di sollievo.
Sperando che non sia solo un abbaglio, e che non ricominci
tutto in men che non si dica.
In tutto questo periodo Pisellino a casa se l’è spassata.
Dorme 12 – 13 ore a notte.
Gioca, corre, si diverte.
Facciamo piccoli laboratori per potergli dare quegli stimoli
che l’asilo in questo momento non può dargli.
Pisellino è cambiato completamente.
Sempre sereno, sorridente, coccoloso.
Se prima si svegliava spesso di cattivo umore o arrabbiato,
ora allunga il braccio e ti stringe per abbracciarti. Questo è il suo inizio di
giornata.
Ogni tanto litighiamo, ma far pace poi è un attimo.
Passiamo momenti interminabili a discutere su cosa va o non va
fatto e perché, e lui sembra ascoltare :-)
Sta diventando grande.
Gli racconto spesso la sua storia, e di quando ancora non
eravamo insieme.
Ogni tanto sbuca un “perché” che cade subito nel
dimenticatoio.
Credo stia acquisendo consapevolezza di qualcosa di sé, e mi
aspetto che presto, quando avrà voglia lui, partiranno le domande a raffica.
Per ora sa che l’ho tenuto nel cuore per tanto tempo, e non
nella pancia.
Sa che c’erano delle persone che si sono prese cura di lui,
prima che arrivassimo io e il babbo.
Sa che lo aspettavamo da tanto, e che ora non ci lasceremo
mai. Nemmeno quando lui sarà sposato :-)
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Festa del papà 2020 |
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Festa della mamma 2020 |
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La nostra cicogna di cotone che si riposa sul camino :-) |