domenica 17 maggio 2020

In attesa della normalità

Bisogna essere onesti. 
E' un periodaccio. 

Negli ultimi due mesi ho vissuto una situazione surreale, che mai mi sarei sognata nella vita.
Ho assistito come non mai al dolore delle persone, ho visto morire decine di persone.
Ho assistito all’ultima chiamata ai famigliari prima di essere addormentati, dirsi “ti voglio bene, ci sentiamo fra qualche giorno” e poi in realtà non risentirsi più.
Ho fatto videochiamate per far rivedere i propri cari, videochiamate commoventi, dolorose.
Ho svegliato pazienti a mezzanotte per fargli vedere il videomessaggio di auguri dei loro cari.
Ho fatto ascoltare audio di nipotini all’orecchio di nonni che non si volevano risvegliare.
Ho fatto l’ultima carezza a persone perché i loro famigliari ci hanno telefonato chiedendoci di dargli “un’ultima carezza”.
Ho avuto bisogno di far due chiacchiere con lo psicologo. Avevo bisogno di capire come sopportare e resistere a tutto questo fardello.
Ho pianto innumerevoli volte.
Ma negli ultimi giorni, ho anche sorriso innumerevoli volte.
Ho assistito a miracoli.
A persone senza più speranze che si sono risvegliate dopo 2 mesi.
Abbiamo risentito le voci di persone che non potevano più parlare.
Ho lavorato fino a 12 ore al giorno, tutti i giorni.
Ho trascorso notti infinite a pensare e ripensare senza chiudere occhio.

Io sono spesso antipatica, nervosa, irritabile. Credo sia colpa della stanchezza.
E adesso che si intravede la luce in fondo al tunnel, mi sembra di poter tirare un sospiro di sollievo.
Sperando che non sia solo un abbaglio, e che non ricominci tutto in men che non si dica.

In tutto questo periodo Pisellino a casa se l’è spassata.
Dorme 12 – 13 ore a notte.
Gioca, corre, si diverte.
Facciamo piccoli laboratori per potergli dare quegli stimoli che l’asilo in questo momento non può dargli.
Pisellino è cambiato completamente.
Sempre sereno, sorridente, coccoloso.
Se prima si svegliava spesso di cattivo umore o arrabbiato, ora allunga il braccio e ti stringe per abbracciarti. Questo è il suo inizio di giornata.
Ogni tanto litighiamo, ma far pace poi è un attimo.
Passiamo momenti interminabili a discutere su cosa va o non va fatto e perché,  e lui sembra ascoltare :-)
Sta diventando grande.
Gli racconto spesso la sua storia, e di quando ancora non eravamo insieme.
Ogni tanto sbuca un “perché” che cade subito nel dimenticatoio.
Credo stia acquisendo consapevolezza di qualcosa di sé, e mi aspetto che presto, quando avrà voglia lui, partiranno le domande a raffica.
Per ora sa che l’ho tenuto nel cuore per tanto tempo, e non nella pancia.
Sa che c’erano delle persone che si sono prese cura di lui, prima che arrivassimo io e il babbo.
Sa che lo aspettavamo da tanto, e che ora non ci lasceremo mai. Nemmeno quando lui sarà sposato :-)

E nell'attesa attesa di tornare presto alla normalità, abbiamo festeggiato in casa la festa della mamma e la festa del papà!!!




Festa del papà 2020
















Festa della mamma 2020














La nostra cicogna di cotone che si riposa sul camino :-)