Adoro questo periodo, perché la spiaggia si svuota, i negozi cominciano a chiudere.
Le giornate sono ancora belle, ma è fresco e si riposa bene.
L'estate è volata; fra lavoro, asilo, feste, e alla fine, le meritate ferie in montagna.
Pisellino sta crescendo a vista d'occhio (17 cm da quando è arrivato!!!).
All'asilo gioca, balla, va al mare, mangia tanto ed è sereno.
A casa piange tanto, recupera il tempo non passato a piangere all'asilo (dove non piange nemmeno se si fa male :-)
Abbiamo abbandonato il ciuccio. In un momento di rabbia l'ha tirato, e abbiamo "fatto finta" che se lo fosse mangiato la Gioia. Non l'ha mai più chiesto.
Abbiamo tolto una sponda del letto, ora che sta diventando grande. Spesso e volentieri cade (abbiamo messo il tappetino "salva testa" sotto però), ma a lui piace tanto perché può salire e scendere da solo.
Leggiamo una favola al buio tutte le sere, una "nuova" tutte le sere. E poi la sua favola.
Abbiamo fatto la nostra settimana in montagna. A giocare, ridere, mangiare sempre insieme, piangere, dormire, coccolarci, baciarci e abbracciarci.
Ha imparato a fare lo scivolo al contrario.
Ha imparato a scendere dallo scivolo al contrario.
Sta cominciando a comporre le frasi.
Sta cominciando a fare le sue "cose" nel vasino.
Ha ricominciato a mangiare da solo, come quando era arrivato. Mangia con la forchetta, taglia con il coltello.
Da lunedì toglierà ufficialmente il bavaglino, perché sta diventando "grande".
Sta diventando sempre più coccoloso. Dà mille baci, ti stringe da togliere il fiato.
Ma in compenso vuole stare solo con me e marito. No nonni, no zii, no cugini.
Abbiamo firmato il termine dell'anno di affido pre - adottivo.
Tra poco arriveranno i documenti e potremo preparare le carte per fargli prendere il cognome di marito.
I servizi sociali ci hanno scritto una bellissima relazione, in cui mettono in luce la serenità di Pisellino, il suo cambiamento. La sua amicizia speciale con la Gioia. La sua evoluzione in questo ultimo anno.
I giudici sono stati contenti, noi anche.
Poi c'è tutto il resto.
Gli urli in casa; i capricci. Le scenate, le sceneggiate.
Lui che urla, io che urlo.
Lui che quando è arrabbiato ti tira un bel ceffone. Noi che ci arrabbiamo e urliamo più forte.
Si litiga.
Ci si tiene un po' il muso.
Si cerca di fare del proprio meglio, ma a volte il cervello non aiuta e non si riesce a fare la cosa migliore. Vengono a meno i buoni principi dell' "urlare non serve a nulla", "parlare con dolcezza", tenerlo stretto e accoglierlo (anche perché hai paura che ti tiri uno schiaffone).
Ma poi passa.
Lui arriva mezzo ciondolante, con le candele al naso, gli occhi gonfi e si attacca alla gamba.
Allunga le braccia. Tu lo prendi in braccio, lui mette la testa sulla tua spalla.
"Facciamo pace?" Gli chiedo.
"Sì". E ci diamo un bacio.
Ed è tutto finito.